BREXIT, I 5 PUNTI CHIAVE DEL VOTO DI OGGI

Oggi il parlamento inglese voterà la bozza dell'accordo raggiunto dal governo di Theresa May con l'Unione Europea su una soft Brexit. La premier britannica ha lanciato ieri il suo ultimo appello al parlamento affinché approvi l'accordo, ammonendo sul rischio che qualora venisse bocciato, l'esito più probabile sarà che il Regno Unito non lasci l'Ue, piuttosto che la lasci senza un accordo.May ha sottolineato la necessità di onorare il risultato del referendum e ha dichiarato che "se i parlamentari non approvassero il suo accordo, il risultato più probabile sarebbe una paralisi e una non uscita del Regno Unito dall'Ue".

Secondo quanto riportato dalla Bbc, circa 100 deputati conservatori e 10 del Partito Unionista democratico potrebbero unirsi ai laburisti e alle altre forze di opposizione per votare contro l'accordo. In caso di bocciatura dell'accordo May avrà tre giorni di tempo per proporre un piano alternativo e secondo i media britannici, visto che una prima bocciatura è scontata, su questo piano B la premier è già al lavoro. Intanto dall'Unione Europea arrivano toni concilianti anche perché una Brexit senza deal rappresenterebbe una mina vagante anche sulla campagna elettorale delle elezioni europee, elezioni che contano sempre più anche per il riflesso che avranno sugli equilibri dei singoli governi nazionali

Ecco i numeri chiave della giornata di oggi. Eccoli:

1. Timing. Il voto avverrà questa sera dopo le 19 ora inglese perché dovranno essere votati prima gli eventuali emendamenti. Quindi l'attesa è per un voto tra le 20 e le 21 sempre ora inglese (21-22 ora italiana)

2. Con quali numeri perderà il governo? Analisti politici e operatori finanziari danno per scontato che l'accordo venga bocciato dal voto di oggi. La domanda chiave quindi è: con quali numeri perderà il governo? Questo dato determinerà sia il sentiment del mercato sia gli scenari successivi. Più di 100 parlamentari conservatori hanno già dichiarato prima di Natale che voteranno contro. Il team valutario di JP Morgan ritiene che se i voti contrari superano i 150 questa sarà una brutta notizia per la sterlina. Mentre una sconfitta con 50-80 voti contrari sarà una notizia positiva perché vorrebbe dire che alcuni aggiustamenti all'accordo sarebbero sufficienti. A votare saranno in tutto 639 parlamentari.

3) Tre giorni per rilanciare. Il governo avrà tre giorni lavorativi per offrire un piano B, quindi la dead line sarà lunedì 21 gennaio. La scelta del parlamento di fissare un paletto in termini di tempi è volta a evitare che ci si avvicini troppo alla scadenza del 29 marzo senza aver preso decisioni. Gli analisti si aspettano anche una veloce visita a Bruxelles della May in base alla magnitudine della sconfitta.

4) Cosa accadrà dopo. Gli scenari che si aprono dopo il voto di questa sera sono numerosi. Si parte dall'eventualità di un voto di sfiducia sul governo gi domani (Corbyn ha confermato che accarà, ma non ha detto quando), un secondo voto (se i margini con cui viene bocciato sono gestibili), il Parlamento spinge per un secondo referendum (sul piano stesso o sull'articolo 50), la preparazione di un piano per affrontare l'uscita senza accordo (il governo è fortemente contrario a questa ipotesi), un allungamento dei tempi oltre il 29 marzo, allungamento che peraltro è atteso anche se l'accordo venisse approvato perché non ci sono i tempi per i cambiamenti legislativi necessari ad affrontare l'uscita.

5. Occhio alla sterlina. Il mercato dei cambi sarà il primo a reagire e quindi andrà monitorato con attenzione. Mentre l'effetto sul mercato del credito si vedrà con l'apertura dei mercati domani.

Infine puù essere utile ricordare che il numero magico a cui aspira la May è 320 voti a favore. Infatti la premier ha bisogno di almeno 320 voti per vincere. In tutto siedono in parlamento 650 membri, ma 11 non prenderanno parte al voto. Questo vuol dire che restano 639 parlamentari e quindi ci vogliono 320 voti favorevoli per l'approvazione. I conservatori hanno 317 parlamentari, i Labour 257, il Partito nazionale scozzese 35, i Liberal democreats 11 voti e gli Unionisti 10 voti.

Per quanto riguarda invece la mozione di sfiducia al governo se questa passa a maggioranza ed entro 14 giorni non si riesce a creare un nuovo governo le camere vengono sciolte e si torna a votare. In Gran Bretagna è un evento raro. L'ultima volta che è accaduto fu nel 1979 quando venne fatto cadere il governo labourista di James Callaghan. A guidare i conservatori era Margareth Thatcher che riusci ad avere la meglio per un solo voto (311 contro 310). Si tornò alle urne e vinse la Thatcher.

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